Radebeul (leggi radeboil) sembra piccola, ma non lo è dannazione. Non lo è soprattutto quando tenti di raggiungere i vigneti uscendo dalla sagra col corpo pieno di delizioso cibo da strada innaffiato da abbondante vino. Alla prima leggera pendenza ogni scusa per desistere diventa subito ben accolta dai partecipanti alla lenta processione. Comincia a fare scuro, ho dimenticato la giacchetta in macchina, mi fa contatto il gomito…

Arriviamo a mezzogiorno, parcheggio male in un fosso a fianco alla ferrovia. Entriamo e per prima cosa apparecchiamo lo stomaco con una fetta di pane con cipolla ed erbette. Questa pietanza ha molti nomi, ma un solo scopo, consetirti di bere a lungo ritardando quanto più possibile l’ubriacatura. Dopodichè ordiniamo del vino novello bianco (Federweißem) non ricordo onestamente di che cantina, venne scelto in quando il primo incontrato.

Il pomeriggio procede alternando cibo e vino, degustando, senza mai eccedere. I vari gruppi musicali si alternano, gli artisti da strada intrattengono la folla in graduale inevitabile aumento. Ci spostiamo anche sul fiume, lungo il quale sono organizzate attrazioni, concerti e altri spettacoli rivolti ai bambini. Il clima qui é più disteso e qualche inguaribile tedesco osa pure consumare una birra di nascosto.

Del tentativo fallito di visitare i vigneti faro della produzione vinicola sassone ho già parlato. L’ultima volta che ho visitato quelle cantine il contante non mi era bastato, forse meglio così. Caffè turco, macchina piena di prodotti agroalimentari e siamo pronti per rientrare. Lentamente, molto lentamente.